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Impianti di depurazione acque per autolavaggi

Impianti di depurazione acque per autolavaggi

Oltre al già citato trattamento chimico-fisico, per le acque di lavaggio dei mezzi meccanici è possibile applicare un procedimento depurativo alternativo. Questi impianti sono appositamente progettati per la depurazione delle acque di scarico degli autolavaggi e sono del tipo a biofiltro aerato a riempimento mobile realizzati mediante l’uso delle nostre vasche prefabbricate (per maggiori dettagli su questi manufatti si rimanda alla relativa sezione).

Questa tipologia di trattamento può inoltre essere applicata (con opportuni accorgimenti e adattamenti) anche alle acque reflue domestiche o di scarichi industriali biodegradabili di altre categorie di aziende come ad esempio tintorie, lavanderie, jeanserie, aziende tessili, ecc…

I depuratori biologici a letto mobile sono anche conosciuti con l’acronimo MBBR (“Moving Bed Biofilm Reactor”). Al fine di separare dall’acqua chiarificata i solidi biologici risultanti dal processo lo Studio di Progettazione che collabora con noi ha ideato un separatore in acciaio inox ad aria dispersa che necessita di un volume molto minore di quello richiesto ad esempio quando si adotta un classico sedimentatore. Tale dispositivo viene alloggiato nello stesso bacino di depurazione biologica e non occorre l’uso di una vasca dedicata, con ovvi vantaggi sia economici che di ingombro dell’impianto.

L’impianto è solitamente composto da due vasche, di cui la prima adibita al dissabbiamento e alla disoleazione delle acque di scarico mentre la seconda al vero e proprio trattamento biologico delle sostanze organiche presenti. Questo, come detto, avviene ad opera di una biomassa adesa a delle particelle flottanti (letto mobile) tenute in sospensione da un sistema di aerazione di profondità.

Il cosiddetto pretrattamento delle acque (realizzato nella prima delle due vasche) consiste in un vero e proprio separatore di olii e idrocarburi leggeri di classe ‌׀, cioè un disoleatore a coalescenza, progettato e realizzato secondo le norme UNI-EN 858-1,2 (per maggiori dettagli su questa tipologia di impianti si rimanda alla specifica sezione), quindi composto da un vano di sfangamento (sedimentatore) ed uno di disoleazione (separatore), generalmente ricavati in unica vasca tramite un setto divisorio.

Come detto, il filtro biologico aerato a riempimento mobile è ulteriormente equipaggiato con un separatore dei solidi biologici a flottazione forzata realizzato in acciaio inox.

Impianti di depurazione acque per autolavaggiIn questo vano le particelle sono libere di muoversi nel liquame e vengono tenute in sospensione da un aeratore di profondità, composto da diffusori d’aria a bolle medie realizzati con tubi forati alimentati da un compressore del tipo bistadio a canale laterale a basso consumo energetico.

Le particelle che costituiscono il riempimento mobile sono realizzate in materiale plastico di densità vicina a quella dell’acqua (generalmente polietilene o polipropilene) e sono caratterizzate da elevata superficie specifica. Nelle foto riportiamo esempi di questi elementi. 

Il separatore dei solidi biologici a flottazione forzata è composto da tre canali preposti rispettivamente alla risalita della miscela, alla separazione dei solidi e alla risalita dell’acqua chiarificata. La flottazione avviene mediante un diffusore a bolle fini (solitamente del tipo a disco), anch’esso alimentato dallo stesso compressore che provvede all’aerazione del bacino. Quest’ultimo provvede anche a far funzionare l’air lift preposto all’estrazione del fango flottante, che viene rilanciato al vano di sfangamento in testa al pretrattamento.

Se ben dimensionato un impianto di questo tipo presenta una notevole efficienza di abbattimento (fino al 90%) dei principali parametri di inquinamento (BOD5, COD, solidi sospesi, tensioattivi), producendo una bassa quantità di fango (che risulta tra l’altro anche ben stabilizzato). Ciò significa che l’impianto è in grado di riportare le concentrazioni a livelli che consentono di rispettare i limiti di emissione previsti dalla tabella 3 dell’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. n. 152/2006 (scarico delle acque reflue industriali in fognatura o in acque superficiali). Se abbinato ad un successivo trattamento di filtrazione a sabbia e a carboni attivi, l’effluente risulta invece conforme ai limiti della tabella 4 dell’allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. n. 152/2006 (scarico delle acque reflue industriali sul suolo) e riutilizzabile nel ciclo di lavaggio dei mezzi e per il controlavaggio dei filtri.

Lo Studio di Progettazione che collabora con noi e che ha ideato il sistema è a disposizione per un consulto gratuito al fine di poter eventualmente formulare la proposta tecnica ed economica più adatta ai vari casi.

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